Cronaca dalla deriva: i superstiti

I randagi del pareggio di bilancio si stanno accorgendo che attorno all’osso dell’assistenza ci sta troppa poca carne da rosicchiare. È già stato spolpato da anni di riduzioni inclementi e di tagli inopinati della spesa. E sui fondi ridotti a zero o a qualche milionata di euro, non è possibile drenare nulla di significativo.

L’opportunità del taglio alle indennità di accompagnamento (12 miliardi  di spesa) rischia di colpire anche tanti elettori del PdL con un ovvio problema di consenso
Meglio rivolgere il vorace e compulsivo appetito altrove.

Dunque andiamo sulla quella forma previdenza ritenuta da molti, in realtà, assistenza: le pensioni ai superstiti altrimenti dette di reversibilità!

Anche in questo caso, come per le invalidità, sono provvidenze odiatissime da qualcuno: si garantisce la pensione alla vedova o al figlio invalido che non hanno mai lavorato in funzione dei versamenti di un lavoratore deceduto!

In Italia si erogano 5 milioni di pensioni di reversibilità. Spettano, in misura diversa, alla moglie e ai figli (minori o inabili ad ogni lavoro).

Ghiottissimo l’eventuale bottino su cui si ragiona: 38 miliardi l’anno.

Qual è l’idea che circola? Facile ed immediata ancora una volta! Non concedere più la pensione di reversibilità se non si raggiunge una determinata età anagrafica minima.

Ad esempio: niente pensione alla vedova di 40 con tre figli. O lavora o aspetta i 45 anni.

Oppure, in alternativa la pensione viene commisurata all’attesa di vita. Quindi, più giovane schiatta il marito, magari cadendo da un’impalcatura non a norma, e meno prendi di pensione.

La finanza creativa non ha ancora stabilito quale regola adottare per le pensioni di reversibilità ai figli inabili ad ogni lavoro, ma è solo questione di ora perchè venga formulata una nuova geniale soluzione: l’incompatibilità con l’indennità di accompagnamento.

Embhè! Sarebbe quella che la malsana ipotesi di riforma assistenziale definisce come una sovrapposizione! Quindi: ZAC!

Ed anche in questo caso, dove non arrivano i conti, le logiche, la scientificità, la serietà, giunge la propaganda. La solita velinara propaganda fatta di motivazioni precostruite e non verificate: anche in Francia e Germania è previsto il limite di 45 anni! Sì, certo: ma oltralpe le garanzie e i servizi sono ben altri.

Ancora una volta, la finanza creativa dimentica alcuni principi costituzionali e dell’ordinamento italiano che possiamo sintetizzare nei “diritti acquisiti”. Questo significa che quelle norme vessatorie potranno essere fatte valere solo sui premorti futuri, ma le attuali pensioni di reversibilità sono intangibili tanto quanto i vitalizi ai parlamentari.

Quindi quei miliardini che servono – nemmeno in questo caso – possono essere disponibili da subito.

Bisogna trovare anche altri ossi da spolpare, che non siano ovviamente la patrimoniale o una tassa di scopo sui grandi patrimoni. (Carlo Giacobini)