Fatterelli

Modena. Qualche giorno fa, un rumeno simulava una teatrale zoppia per impietosire gli automobilisti fermi al semaforo. Modena, però, è una di quelle città che vieta, con propria ordinanza, l’accattonaggio.

Un coscienzioso agente della polizia locale si è premurato di chiedergli i documenti, al che il rumeno ha esibito una regolare patente di guida emessa nel Paese di origine e si è dichiarato proprietario di un’automobile.

Subodorando l’inganno, il vigile ha giocato d’astuzia e avvisato il rumeno che il suo stato di “invalido” avrebbe richiesto una patente speciale, rilasciata dopo una visita medica e che quindi il permesso di guida esibito doveva essere ritirato.

Ma gli offriva anche una via di scampo: se l’handicap così vistosamente esibito mirava solo a muovere a pietà gli automobilisti, tutto si sarebbe potuto risolvere con una contravvenzione per accattonaggio.

La minaccia ha guarito subitaneamente il rumeno che, abbandonando la stampella, ha pagato la multa per accattonaggio pur di non rinunciare alla patente di guida.

Morale: se siete disabili e siete titolari di una vera patente speciale, tenetevela stretta. Potrebbe esservi utile più di quanto possiate immaginare… soprattutto se gli importi delle pensioni rimangono quelli che sono.

Roma. Qualche settimana fa la signora Maria Bartoccini ha ricevuto, tramite raccomandata, una contravvenzione. Le veniva contestato come violazione del Codice della Strada l’uso del cellulare mentre era alla guida. La contestazione non era avvenuta immediatamente per “impossibilità di fermare il veicolo in condizioni di sicurezza e nei modi regolamentari perché già distante dal posto di accertamento”, cioè la formula di rito ammessa dallo stesso Codice. 68 euro di multa e, quel che è peggio, decurtazione di cinque punti della patente. Fin qui, una storia comune a tanti automobilisti. Ma c’è un particolare che la rende bizzarra: la signora è dimostratamente sordomuta. Sordomutismo che le sarà utile a discolparsi senza ombra di dubbio, davanti ad un giudice di pace. Anche in questo caso, l’handicap può essere utile. Si fa per dire…

Toronto. Era andato al pub per un paio di birre e per evitare l’ennesima multa per guida in stato di ebbrezza aveva deciso di guidare la carrozzina a motore della madre invalida. Ma la polizia lo ha fermato e, nonostante l’insolito veicolo, Patrick Shanahan non ha potuto evitare un’altra incriminazione legata all’alcol. Shanahan, 35 anni, è stato intercettato dagli agenti mentre tornava a casa. A sirene spiegate, la polizia lo ha costretto a fermare la sedia a motore e un rapido controllo ha permesso di accertare che aveva alzato il gomito.

Il giudice di fronte al quale Shanahan è comparso per l’incriminazione lo ha definito un pericolo sulla strada per sé e per gli altri. L’uomo, che si é autodefinito alcolizzato, ha detto di aver bevuto tre birre: quando è stato fermato aveva un livello di alcol nel sangue quattro volte superiore al limite previsto. “Non ho bisogno di patente per guidare una sedia a rotelle, né di targa o assicurazione – ha protestato l’uomo – dunque, come posso essere accusato di guida pericolosa?”.

Comunque, nonostante la disperata perorazione, il nostro si è beccato 600 dollari di multa e il divieto di guidare qualsiasi veicolo (anche la carrozzina) per sei mesi.

In Italia Shanahan non avrebbe osato tanto: le carrozzine a motore, per il nostro Codice della Strada, sono assurdamente veicoli a tutti gli effetti. Lo sanno bene quei disabili che si sono visti multare per aver circolato sui marciapiedi. E non certo perché erano sbronzi.

Verden, Germania. Il povero cammello Goliath, generosamente (ma sarà poi così contento?) impegnato in un’attività di pet therapy con bambini disabili, soffre da qualche tempo di lancinanti dolori alle caviglie. Ma l’ortopedia gli viene in aiuto: ecco che per lui sono state realizzate delle speciali scarpe ortopediche rinforzate: potrà ora tornare a camminare con maggiore sollievo, il tutto nel giro di un paio settimane. Fortunato Goliath… il nostro gibboso amico tedesco.

Nel frattempo l’italianissimo papà di un ragazzino disabile ci segnala che le scarpe ortopediche certosinamente realizzate in nove mesi da una ditta specializzata sono oramai troppo piccole per il figlio che ha il brutto vizio di crescere. (Carlo Giacobini)