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Con un oculato controllo “a campione” i Vigili Urbani di Pescara hanno scoperto che su 2812 permessi auto per invalidi 400 sono intestati a persone decedute. Quasi il 20%. Esclusa l’ipotesi che possedere il contrassegno invalidi porti sfiga, forse è il caso di riflettere meglio su questa notizia. I Vigili Urbani non possono certo vantarsi per aver snidato il plotone di profittatori necrofili. Andrebbe dimostrato che – sotterrato il disabile – il suo familiare, o chi per lui, abbia continuato a fruire del ghiotto beneficio parcheggiante, anche se, nel brodo furbesco in cui nuotiamo, è malizia tutt’altro che improbabile. L’odiosa infrazione è, comunque, tutta da provare.
Né si può accusare il de cuius per non aver previsto nelle sue disposizioni di fine vita (leggasi, testamento biologico), la restituzione postuma del prezioso papello arancione.
La dipartita, evento triste – quanto ineluttabile – sotto il profilo umano, ha una inossidabile rilevanza giuridica: fa decadere il requisito oggettivo al beneficio.
Anche se, in punto di diritto, nessuna norma prevede espressamente che la mobilità della persona disabile non possa essere garantita anche dopo che costei è deceduta, non si ritiene sostenibile che una bara, con il suo doloroso ripieno, possa essere traslata da parcheggio a parcheggio al solo fine di trovare un’area di sosta libera e gratuita.
Non è, a nostro mesto parere, condivisibile la forzata interpretazione che il contrassegno invalidi mantenga una sua validità, in qualche modo, reversibile ai superstiti.
No! Non c’è alcun ragionevole dubbio. Al decesso del titolare il contrassegno perde di ogni valore.
Ma a chi spetta rilevare la perdita di quel requisito?
È il Comune che dispone di tutte le informazioni del caso. E’ il Sindaco, formalmente, che rilascia tutti i contrassegni. Ogni Comune ha il suo ufficio anagrafe, in rete con molti altri uffici pubblici e casellari vari. Ed è nel Comune che operano i Vigili Urbani. Ed è a loro che spetta il compito di verificare se i titolari dei contrassegni sono ancora in vita oppure no.
Senza aspettare che si accatastino 400 cadaveri. (Carlo Giacobini)